Ricetta Paolo:
- 800 ml di latte intiero
- 200 ml di panna
- 10/12 tuorli
- 400 gr di zucchero
- 50+50 gr amido mais/riso
- la scorza di mezzo limone non trattato
- 1 bacca di vaniglia
Lavorare energicamente tuorli e zucchero fino a sbiancare. Aggiungere gli amidi e la polpa della bacca di vaniglia. A parte portare quasi a bollore il latte con la panna, la scorza di limone e la buccia della bacca. Versare il latte molto caldo sul composto di tuorli, zucchero e amido. Mescolare rimettere su fuoco dolce. Appena gli amidi iniziano a rapprendere togliere dal fuoco e rimestare energicamente per affinare la crema. Coprire a contatto con una pellicola fino a totale raffreddamento.
Ricetta "Montersino"
Ingredienti:
800 ml latte intero fresco; 200 ml di panna; 350 gr. di
zucchero; 300 gr tuorli; 1 bacca di vaniglia; 40 gr amido di riso; 40 gr. amido
di mais (50+50 se si preferisce una crema più ferma).
Lavorazione:
Prelevare i semi del baccello di vaniglia tagliando per lungo il baccello e raschiando i semini come mostrato in foto ed aggiungerli nel tuorlo. Le bucce vanno messe in infusione nel latte. Il baccello è in ottimali condizioni quando si presenta morbido, gonfio e oleoso, diversamente è vecchio e poco profumato; in questo secondo caso è preferibile frullarlo ed usarne la polvere.
Riscaldare il latte con la panna e con i baccelli svuotati in
infusione.
Il contenitore dove si mette a riscaldare il latte deve essere ben capiente perché in cottura la massa aumenterà molto di volume (almeno il doppio).
Montare i tuorli con lo zucchero ed i semini di vaniglia in un altro recipiente.
Quando il tuorlo è ben spumoso, incorporare i due amidi (preventivamente ben setacciati) avvalendosi di uno spargifarina o setaccino,
ed amalgamare con delicatezza come se fosse un pan di spagna.
In un contenitore adatto al fuoco (preferire un polsonetto in rame), far riscaldare il latte senza farlo bollire; versarvi sopra il composto di tuorli, zucchero e amidi SENZA MESCOLARE.
Il composto, essendo pieno di bolle di aria resterà a galla e verrà "cotto" dal calore del latte sottostante. Questo metodo impedisce alla massa di attaccarsi al fondo e bruciarsi, inoltre riduce sensibilmente i tempi di cottura ed evita che si debba stare per tempi lunghi a rimestare in continuazione.
Rimettere sul fuoco moderato, ed attendere che la schiuma del latte copra il composto di tuorli che è rimasto a galla, sempre senza mescolare. In questa fase noterete il formarsi di piccoli crateri di schiuma di latte. Quando il latte schiumoso ha ricoperto per intero la massa di tuorlo e amido,
si può finalmente mescolare con una frusta o spatola fino a quando la crema non si sia amalgamata.
Raffreddare mettendo in un altro contenitore e coprendo subito con pellicola trasparente per evitare la formazione della crosta. Se la crema viene raffreddata e conservata per qualche giorno può risultare troppo compatta, specie se si adopera una maggior dose di amidi, in tal caso potrebbe rendersi necessaria un rimescolata con la frusta per renderla nuovamente fluida.
Il contenitore dove si mette a riscaldare il latte deve essere ben capiente perché in cottura la massa aumenterà molto di volume (almeno il doppio).
Montare i tuorli con lo zucchero ed i semini di vaniglia in un altro recipiente.
Quando il tuorlo è ben spumoso, incorporare i due amidi (preventivamente ben setacciati) avvalendosi di uno spargifarina o setaccino,
ed amalgamare con delicatezza come se fosse un pan di spagna.
In un contenitore adatto al fuoco (preferire un polsonetto in rame), far riscaldare il latte senza farlo bollire; versarvi sopra il composto di tuorli, zucchero e amidi SENZA MESCOLARE.
Il composto, essendo pieno di bolle di aria resterà a galla e verrà "cotto" dal calore del latte sottostante. Questo metodo impedisce alla massa di attaccarsi al fondo e bruciarsi, inoltre riduce sensibilmente i tempi di cottura ed evita che si debba stare per tempi lunghi a rimestare in continuazione.
Rimettere sul fuoco moderato, ed attendere che la schiuma del latte copra il composto di tuorli che è rimasto a galla, sempre senza mescolare. In questa fase noterete il formarsi di piccoli crateri di schiuma di latte. Quando il latte schiumoso ha ricoperto per intero la massa di tuorlo e amido,
si può finalmente mescolare con una frusta o spatola fino a quando la crema non si sia amalgamata.
Raffreddare mettendo in un altro contenitore e coprendo subito con pellicola trasparente per evitare la formazione della crosta. Se la crema viene raffreddata e conservata per qualche giorno può risultare troppo compatta, specie se si adopera una maggior dose di amidi, in tal caso potrebbe rendersi necessaria un rimescolata con la frusta per renderla nuovamente fluida.
LA CREMA è PRONTA ALL'USO!!!
In pasticceria è
considerata la regina delle creme. Con essa si realizza la maggior parte delle
farciture di torte classiche e mignon e, quando è alleggerita con la panna,
diventa un prodotto insostituibile per ogni pasticciere. Gli ingredienti che la
compongono sono molteplici; c'è chi la prepara con latte, zucchero, tuorli,
farina e aromi, chi con polvere per crema, chi con latte, panna, zucchero e
amido, chi fa una miscela di amidi. Naturalmente, devono essere sempre
freschissimi e di ottima qualità. In questo tipo di preparazione si verifica, a
carico delle proteine, un coagulo che forma una specie di rete, nelle cui
maglie vengono trattenuti tutti i principi nutritivi. La coagulazione è
favorita anche dalla presenza dell'amido contenuto nella farina che, grazie al
calore, si trasforma in salda. In genere, queste creme risultano più soffici
per la presenza dello zucchero, che diminuisce la rapidità della coagulazione
proteica. Quanto più zucchero si aggiunge, tanto minore è la velocità di
coagulazione. Volendo, si potrebbe abbondare con lo zucchero, in modo da
ritardare completamente la coagulazione dell'uovo, un processo dovuto alla
presenza delle proteine. In questo caso, però, la crema sarebbe immangiabile
perché troppo dolce. Anche l'aggiunta di bucce di agrumi a scopo aromatizzante
e il rimescolamento continuo influiscono sulla morbidezza della crema, perché
così facendo si spezza la rete proteica e il prodotto finale risulta più o meno
ben fitto ma non solido, come quello della crema di caramello, che non subisce
alcuna manipolazione. Le temperature che determinano un inizio di vischiosità
degli amidi sono:
-amido di mais da
72°C a 84°C;
-amido di riso dai 76 "C a 92°C;
-farina di frumento
da 81 "C a 94°C.
All'esame visivo e
gustativo, la crema pasticciera dovrebbe avere le seguenti caratteristiche:
-aspetto esterno: la
crema ha una superficie liscia, un aspetto lucido e un colore giallo uovo
tenue;
-aspetto interno: la
crema ha una struttura uniforme, cremosa e liscia, esente da sineresi (ossia parziale
cedimento dell'acqua); qualità sensoriali: la crema ha un sapore leggero di
vaniglia, non oppone resistenza al palato, ha un aroma chiaramente
distinguibile e non è farinosa.
Ingredienti
principali
Il latte: si
utilizza principalmente quello intero di alta qualità; è comunque possibile
usare anche il latte in polvere intero reidratato con l'acqua.
Il
tuorlo: la sua coagulazione va da 62°C a 65°C, aspetto da tenere presente
per la cottura del prodotto. Infatti, più tuorli si utilizzano, meno sarà
necessario cuocere il prodotto, per evitare il sapore sgradevole di uovo cotto
dovuto alla parte zolferina del tuorlo che, denaturandosi, dà all'uovo un
cattivo sapore. Per ottenere una buona crema la quantità di tuorli in 11 di
latte può variare da 8 a 25 (da 160 g a 500 g per 1l di latte) e, di logica,
più aumentano i tuorli meno amido si dovrà aggiungere alla ricetta (coagulandosi,
i tuorli fanno rapprendere la crema). Di contro, sarà necessario aggiungere più
zucchero (come già spiegato prima, lo zucchero neutralizza la capacità di coagulazione
dei tuorli; di conseguenza, si deve aumentare la sua quantità per tenerla sotto
controllo e non far rapprendere troppo velocemente i tuorli). Il tuorlo aumenta
la conservazione della crema grazie alla lecitina, che avvolge le particelle di
grasso ed evita l'ossidazione. L'azione conservante è maggiormente
accentuata dallo zucchero. Inoltre, l'abbondante presenza di tuorli fa sì che,
in percentuale, nella preparazione ci sia meno acqua, garantendo in questo modo
una conservazione migliore.
Lo
zucchero: oltre a dolcificare la crema, ha un'azione conservante. La sua
dose per 11 di latte va dai 250 g ai 500 g; di solito, si miscela con l'amido
prima di incorporare i tuorli, oppure si mescola con i tuorli e, in un secondo momento,
si aggiunge l'amido. Questa preparazione deve essere fatta velocemente, in
quanto lo zucchero è solubile in acqua e, se viene lasciato a contatto con i tuorli
senza essere amalgamato, i cristalli "acquistano" la poca acqua contenuta
nei tuorli. Questi ultimi, non avendone abbastanza per sciogliere i
cristalli di zucchero,
provocano
un assorbimento che "plastifica" le proteine dei tuorli, rendendole
gommose e insolubiIi, anche quando, in seguito, si unisce il latte. Così
facendo, si prepara una crema ricca di puntini piccolissimi. Questo non succede
se i tuorli e lo zucchero vengono sbattuti insieme con
una
frusta, in modo tale che lo zucchero si mescola ai tuorli e si scioglie
parzialmente dando vita all'effetto anticoagulante.
La
farina: si utilizza per fare addensare la crema, da sola o insieme agli
amidi. La sua temperatura di viscosità va da 81°C a 94°C.
L'amido di
mais: si usa per fare addensare la crema, da solo o unito ad altri amidi
o alla farina, la sua temperatura di viscosità va da 72°C a 84°C.
L'amido di
riso: si aggiunge per fare addensare la crema, da solo o insieme ad
altri amidi o alla farina; la sua temperatura di viscosità va da 76°C a 92°C.
Le uova: si
possono utilizzare intere ma non sono molto indicate per una crema di qualità.
Il loro apporto di acqua è notevole e, quindi, minano la conservazione del prodotto.
La panna: con il
suo apporto di grasso e una minore quantità di acqua, può sostituire una parte
di latte,
migliorando il gusto del prodotto e potenziando la conservazione. La sua dose si aggira
sui 300 g per 700 g di latte.
Il burro:
aggiunto alla ricetta, dona alla crema una maggiore cremosità,
migliora il gusto e il grado di conservazione. La sua
proporzione varia dal 3% al 5% sul totale del peso della preparazione. La crema
pasticciera si conserva in frigorifero a 4°C; di conseguenza il burro, a
contatto con il freddo si rapprende e fa rassodare anche la crema, donandole una buona
cremosità. Inoltre svolge un'azione conservante avvolgendo con il suo grasso le
particelle degli altri ingredienti rendendoli meno vulnerabili all'ossidazione.
Se si dovesse presentare, infatti, argina parzialmente la sineresi (ossia la perdita di
liquido).
La vaniglia: i
baccelli devono essere gonfi, morbidi e con una buccia sottilissima, in modo da
poter ricavare il massimo numero di semi. Per scegliere un baccello, provate a
schiacciarlo leggermente tra le dita. Deve risultare soffice e abbastanza
elastico da potersi arrotolare
intorno
al dito senza spezzarsi. I migliori in assoluto sono i baccelli
ricoperti da una leggera polvere bianca, costituita dalla vanillina che è trasudata
dall'interno. La vaniglia va aggiunta alla crema nella quantità di un baccello
per ogni litro di latte. Di solito, si apre a metà il baccello con un coltello e
si raschiano via i semi, che vengono aggiunti al composto di tuorli, zucchero e
amido. Il baccello vuoto si mette a bollire con il latte.
Alcuni problemi che possono
riguardare la crema
Crema bruciata sul fondo del tegame:
accade quando manca il pastorizzatore e si lavora la crema
a fuoco diretto. Le cause possono essere una fiamma troppo violenta} un'azione
manuale (con la frusta) insufficiente o un tegame poco adatto (per esempio di
acciaio inox senza il triplo fondo).
Formazione di grumi:
avviene quando, aggiungendo separatamente gli amidi e/o la farina, non si
sbatte energicamente con la frusta il composto, oppure quando la crema
pasticciera rotta viene tenuta scoperta durante il raffreddamento, senza essere
mossa; in tal caso, si forma una crosta abbastanza spessa che difficilmente si
riamalgama.
Perdita di consistenza e formazione di
liquido (sineresi): accade quando la crema non è stata
cotta abbastanza e quindi, gli amidi non hanno fatto in tempo ad agglutinarsi.
Al contrario, una cottura troppo lunga fa perdere la capacità
"legante" degli amidi.
Sensazione di farinosità sul palato: avviene
quando la cottura della crema è insufficiente
e
quando si usa solo la farina.
Le
tecniche sono varie.
La
più diffusa consiste nel montare tuorlo e zucchero, si incorporano poi gli
amidi senza formare grumi. Su questo composto poi si versa filo il latte portato a bollore con la panna.
Il composto così ottenuto si rimette sul fuoco e si riporta alla temperatura di
85° per favorire la coagulazione del tuorlo e la cottura degli amidi.
Un'altra
tecnica consiste nel montare zucchero e tuorlo, incorporare gli amidi (come
avviene per il pan di spagna) e versare questo composto nel latte portato a
bollore con la panna. In questo modo la massa composta da tuorlo zucchero ed
amido rimane a galla. Il calore sprigionato dal latte coagula la massa che è
rimasta in superficie. Il vantaggio di questa tecnica consiste nell'evitare il
contatto della parte solida col fondo della pentola per prevenire possibili
bruciature degli amidi.
La
terza tecnica consiste nello sciogliere gli amidi nel latte e panna con metà
dello zucchero e cuocere come per una besciamella (80°) a questo punto si versa
il composto di tuorli e il rimanente zucchero e si riporta il composto a 80°.
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