lunedì 27 ottobre 2014

per gli amanti delle ... CIPOLLE!!!

Per chi ama la cipolla non esiste contorno migliore. A Napoli è detta anche 'a frittura d' 'e puveriell, (la frittura dei poveri), perchè l'aspetto ricorda un po' la più celebre (e costosa) frittura di calamari, e vagamente, anche il sapore. Era un po' un modo per illudersi di consumare un piatto pregiato, fantasie che hanno sempre accompagnato le mense delle classi meno agiate.

Mondate la o le cipolle (per ogni commensale calcolate una cipolla di media grandezza, esclusi coloro i quali non la amano!). 

Abbiate cura di ricavare delle fette non troppo piccole, e quanto più possibile uguali fra di loro per avere poi una cottura omogenea. 

Le fette non devono essere troppo piccole perché in cottura si ridurranno parecchio per la perdita di acqua.

Una volta affettate immergetele in abbondante acqua per almeno 2 ore. L'acqua va cambiata almeno una volta dopo 1 ora.
Aiutandovi con il classico "infarinapesce" infarinate le cipolle come fareste di consueto: 


In alternativa passatele da un setaccio a maglia media. Disponete le cipolle ben infarinate sopra un vassoio, ben allargate e per 1 oretta. Questo passaggio serve a far asciugare la farina attaccata alle cipolle. Così avremo una crosta più dura che limiterà la penetrazione dell'olio e si trasformerà in una crosta croccante:

Friggete in olio ben caldo (180°) e molto abbondante. Le cipolle come ogni tipo di frittura devono essere completamente immerse nell'olio. Questo provocherò un'immediata formazione dell crosta e minor penetrazione di olio nel cibo. Con enormi vantaggi per il gusto e la salute.



Salate le cipolle solo subito prima di servirle, per non rovinare la croccantezza. Potete irrorarle con un po' di aceto balsamico e aceto di mele che determina un ottimo risultato in "agrodolce".

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