Questo piatto dovrebbe essere annoverato nel patrimonio dell'Unesco.
In questa versione chiedo aiuto alle cozze per realizzare un fumetto utile per la mantecatura.
Per la preparazione di questa pietanza è ASSOLUTAMENTE INDISPENSABILE disporre di polpa (uova) di ricci fresca, facilmente reperibile a Palermo nei mesi in cui non vige il fermo biologico. Tradizione vuole che i mesi idonei siano quelli con una R (febbraio, marzo, etc etc).
Per 5/6 persone:
- 500 gr di tonnarelli freschi (o altro tipo di pasta fresca lunga)
- 1 kg di cozze
- 1 bicchiere di polpa di ricci freschi (a Palermo un bicchiere corrisponde a circa 120 gr)
- 4/5 pomodori del piennolo o equivalente
- olio
- aglio
- prezzemolo
Cominciamo, come di consueto, a soffriggere in olio uno spicchio di aglio, dopo aver fatto aprire le cozze mettendole, pulite senza acqua aggiunta, in un tegame su fuoco vivace; come di regola il brodo di cottura delle cozze, che è la parte più pregiata ed utile, va filtrata da ogni impurità e messa da parte.
Appena imbiondito aggiungiamo i pomodorini aperti metà.
Lasciamo consumare i pomodorini.
Andiamo quindi aggiungendo l'acqua delle cozze poco per volta, quando se n'è consumata la metà possiamo aggiungere un po' di cozze e metà della polpa di ricci.
Intanto mettere a cuocere la pasta.
Mantecare la pasta al dente, facendola prendere accuratamente il condimento.
Impiattare finendo la guarnitura con un po' di polpa e qualche cozza messe da parte.
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